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estremità della radura, trovò Hans, bocconi, coperto di frecce come un porcospino. Nello stesso istante Buck diede uno sguardo al luogo in cui era stata la capanna di abete e vide qualche cosa che gli fece ergere il pelo sul collo e sulla schiena. Un turbine di furore travolgente lo assali. Non si accorse di ringhiare, ma ringhiava forte con terribile ferocia. Per l'ultima volta in vita sua permise alla passione di imporsi all'astuzia e alla ragione, e fu il grande amore per John Thornton, che gli fece perdere la testa. Gli Yeehats danzavano intorno alle rovine della capanna di abete quando udirono un ruggito terribile e videro precipitarsi su di loro un animale di cui non avevano mai visto l'eguale. Era Buck, vivente uragano di furore, che si slanciava su di loro in una frenesia di distruzione. Balzò sul primo uomo che gli capitò, il capo degli Yeehats, squarciandogli la gola così che dalla iugulare sprizzò una fontana di sangue. Senza fermarsi a incrudelire sulla vittima, con un altro salto squarciò passando via la gola di un altro. Era impossibile resistergli. Si slanciava nel folto lacerando, squarciando, distruggendo, con un moto continuo e terribile che sfidava le frecce scagliate su di lui. In realtà, così rapidi erano i suoi movimenti e così folti gli indiani intorno a lui, che essi si colpivano l'un l'altro con le frecce; e un giovane cacciatore, scagliata una freccia su Buck, a mezz'aria colpì al petto un compagno con tale forza che la punta forò la pelle della schiena uscendo dalla parte opposta. Allora il panico si impadronì degli Yeehats, ed essi fuggirono atterriti nei boschi, gridando che era arrivato il Malvagio Spirito. E in realtà Buck era un demonio incarnato che infuriava alle loro calcagna abbattendoli come cervi mentre essi fuggivano tra gli alberi. Fu quello un giorno nefasto per gli Yeehats. Dispersi qua e là per la regione, solo dopo una settimana i sopravvissuti poterono raccogliersi in una valle più bassa e contare le loro perdite. Buck, stanco dell'inseguimento, tornò all'accampamento distrutto. Trovò Pete là dov'era stato ucciso, ancora avvolto nelle coperte, alla prima sorpresa. La disperata difesa di Thornton era scritta in segni ancor freschi sul suolo, e Buck ne fiutò ogni particolare fino al margine di un profondo stagno. Là, con la testa e le zampe anteriori nell'acqua, giaceva Skeet, fedele fino all'ultimo. Lo stagno, fangoso e torbido per gli scavi fatti, nascondeva il suo contenuto; e là in fondo vi era John Thornton: perché Buck seguì la sua traccia fino nell'acqua e dall'acqua nessuna traccia usciva. Per tutto il giorno Buck rimase meditando presso lo stagno o vagò senza riposo per il campo. La morte, come cessazione del movimento, come un passar oltre la vita di ciò che vive, la conosceva; e sapeva che John Thornton era morto. Questo lasciava in lui un gran vuoto, qualche cosa di simile alla fame, ma che doleva e doleva e che non vi era cibo che potesse saziarlo. A volte, quando sostava a contemplare i cadaveri degli Yeehats, dimenticava quella pena, e si accorgeva allora del proprio profondo orgoglio, superiore a ogni orgoglio fino allora provato. Aveva ucciso l'uomo, la più nobile cacciagione, e l'aveva ucciso per la legge del bastone e della zanna. Annusava incuriosito quei corpi. Erano morti così facilmente! Era più difficile uccidere un cane eschimese: senza le loro frecce, le loro aste e i loro bastoni, non potevano minimamente competere con lui. Da quel momento non li avrebbe temuti più, se non quando avevano in mano frecce, aste e bastoni. Scese la notte, e la luna piena si levò sugli alberi, alta nel cielo, illuminando la regione fino a irrorarla di una spettrale luce. E col sopraggiungere della notte, meditando e soffrendo presso lo stagno, Buck cominciò ad avvertire il fremito di una nuova vita nella foresta, diverso da quello che gli Yeehats vi avevano suscitato. Si drizzò ascoltando e fiutando. Dalla lontananza si levava un debole, acuto ululato seguito da un coro di ululati simili, che via via divenivano più fitti e più alti. Ancora una volta Buck li riconobbe come cose udite in quell'altro mondo che persisteva nella sua memoria. Si portò al centro della radura e si mise in ascolto. Era il richiamo. Il richiamo dalle molte note che risuonava più allettante e imperioso che mai. E come mai prima di allora egli era pronto a obbedire. John Thornton era morto, l'ultimo legame era spezzato. L'uomo e le pretese dell'uomo non lo tenevano più avvinto. Alla caccia di cibo vivo, al pari degli Yeehats, seguendo le piste degli alci migranti, il branco dei lupi era finalmente venuto dal paese dei fiumi e dei boschi, invadendo la valle di Buck. Nella radura inondata dal plenilunio, i lupi si riversarono infine come un fiume d'argento; e là nel mezzo stava Buck, immobile come una statua, aspettando la loro venuta. Essi ne sbigottirono, tanto era grande e immobile, e vi fu un momento di sosta finché il più ardito si slanciò contro di lui. Buck colpì come un lampo spezzandogli il collo. Poi rimase ancora immobile, mentre il lupo colpito ruzzolava agonizzante dietro di lui. Altri tre tentarono la prova in rapida successione; e l'uno dopo l'altro si ritirarono grondando sangue dalle gole e dalle spalle squarciate. Bastò perché l'intero branco si slanciasse in massa confusa e compatta, impacciata dalla stessa avidità di balzare sulla preda. La prontezza e l'agilità meravigliosa di Buck lo aiutarono perfettamente. Ruotando sulle zampe posteriori, azzannando e lacerando, egli era dappertutto contemporaneamente, presentando un fronte apparentemente continuo, tanto
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Cytat |
Dobre pomysły nie mają przeszłości, mają tylko przyszłość. Robert Mallet De minimis - o najmniejszych rzeczach. Dobroć jest ważniejsza niż mądrość, a uznanie tej prawdy to pierwszy krok do mądrości. Theodore Isaac Rubin Dobro to tylko to, co szlachetne, zło to tylko to, co haniebne. Dla człowieka nie tylko świat otaczający jest zagadką; jest on nią sam dla siebie. I z obu tajemnic bardziej dręczącą wydaje się ta druga. Antoni Kępiński (1918-1972)
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