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la di Cesare rimase sconsolata nel suo partire, sarebbe- ro, chi non sapesse il vero, di quelli che crederebbero ciò esserle doluto; ma egli non fu così; ché, se essa del suo partire si doleva, d altra parte con allegrezza avan- zante ogni tristizia la racconsolava l esserle rimaso di lui uno figliuolo e il restituito regno. Questa letizia ha forza Letteratura italiana Einaudi 170 Giovanni Boccaccio - Elegia di Madonna Fiammetta di vincere troppo maggiori doglie che non sono quelle di chi lentamente ama, come io già dissi che ella faceva. Ma quello che per sua gravissima ed estrema doglia s aggiugne, è l essere stata moglie d Antonio; il quale el- la con le sue libidinose lusinghe avea a cittadine guerre incitato contro il fratello; quasi di quelle vittoria speran- do, aspirava all altezza del romano imperio, ma venutale di ciò ad un ora doppia perdita, cioè quella del morto marito, e della spogliata speranza, lei dolorosissima oltre ad ogni altra femina essere rimasa si crede. E certo, con- siderando sì alto intendimento venire meno per una di- savventurata battaglia, quale è il dovere essere generale donna di tutto il circuito della terra, senza aggiugnervi il perdere così caro marito, è da credere essere dolorosissi- ma cosa; ma ella a ciò trovò subitamente quella sola me- dicina che v era a spegnere il suo dolore, cioè la morte; la quale ancora che rigida fosse, non si distese però in lungo spazio, però che in piccola ora possono per le poppe due serpenti trarre d un corpo il sangue e la vita. Oh quante volte io, non minore doglia sentendo di lei, posto che per minore cagione secondo il parere di molti, avrei volontieri fatto il simigliante se io fossi stata lascia- ta, o pure paura di futura infamia da ciò non m avesse ritratta! Con questa e con le predette m occorrono la eccellen- zia di Ciro da Tamiris morto nel sangue; il fuoco e l ac- qua di Creso; li ricchi regni di Persio; la magnificenza di Pirro; la potenza di Dario; la crudeltà di Giugurta; la ti- rannia di Dionisio; l altezza d Agamennone, e altri mol- ti. Tutti da doglie simili alle predette o furono stimolati, o altrui lasciarono sconsolati; li quali similmente furono da sùbiti argomenti aiutati, né lungamente in quelle di- morando, sentirono intera la loro gravezza, come io fac- cio. Mentre che io vado agli antichi danni in cotal guisa, quale avanti vedete, nella mia mente cercando per trova- Letteratura italiana Einaudi 171 Giovanni Boccaccio - Elegia di Madonna Fiammetta re lagrime o fatiche meritamente alle mie simiglianti, ac- ciò che avendo compagni mi dolga meno, mi vengono innanzi quelle di Tieste e di Tereo, li quali amenduni fu- rono misera sepultura de loro figliuoli. E senza dubbio io non conosco qual temperanza a riluttanti figliuoli nelle interiora paterne per uscir fuori, abominando il luogo donde erano entrati, di ritornarvi, ancora dubi- tando i crudeli morsi, né avendo luogo per altra parte, li ritenne di loro aprire con li taglienti ferri. Ma questi con ciò che poterono ad un ora l odio e il dolore sfogarono, e quasi ne danni prendevano conforto, sentendo che senza colpa erano tenuti miseri da loro popoli: quello che a me non avviene. A me è portata compassione di ciò onde io non ho doglia niuna, né oso scoprire quello onde io mi doglio; la qual cosa se fare osassi, non dubito che, come agli altri dolenti è stato alcuno rimedio, che a me similmente non si trovasse. Vengonmi ancora nella mente talvolta le pietose lagri- me di Licurgo e della sua casa, meritamente avute del morto Archemoro, e con queste quelle della dolente Atalanta madre di Partenopeo morto ne tebani campi; e sì proprie a me con li loro effetti s accostano e sì mi si fanno conoscere, che appena più sapere le potrei, se io non le provassi, come già da me un altra volta provate furono. Dico che di tanta mestizia sono piene, che più non potrebbero, ma ciascune con tanta gloria sono in et- terno ritratte, che quasi liete si potriano dire: quelle di Licurgo con le notabili essequie onorate da sette re e da infiniti giuochi fatti da loro, e quelle d Atalanta dalla laudevole vita e morte vittoriosa del figliuolo. A me non è niuna cosa che le mie lagrime bene impiegate faccia contente, però che se questo fosse, là dove io più che al- cuna mi chiamo dogliosa, e sono, forse al contrario af- fermare m accosterei. Mostranmisi ancora le lunghe fatiche d Ulisse, e li mortali pericoli, e gli strabocchevoli fatti essere a lui non Letteratura italiana Einaudi 172 Giovanni Boccaccio - Elegia di Madonna Fiammetta senza gravissime angoscie d animo intervenute; ma in me ripetute più volte, le mie fanno più gravi estimare; e udite perché. Egli prima e principalmente, uomo, dun- que di natura più forte a sostenere di me tenera giovine; egli robusto e fiero, sempre negli affanni e ne pericoli usato, quasi naturato fra loro, allora che egli faticava gli pareva avere sommo riposo; ma io nella mia camera tra le morbide cose dilicata e usa di trastullarmi col lascivo amore, ogni piccola pena m è grave molto; egli da Net- tuno stimolato e in varie parti portato, e da Eolo simil- mente le sue fatiche ricevette; ma io sono infestata dal sollecito Amore, da signore il quale già molestò e vinse coloro che infestarono Ulisse; e se a lui erano imminenti li mortali pericoli, egli li andava cercando; e chi si può ramaricare, se egli trova quello che cerca? Ma io misera volontieri viverei quieta, se io potessi; e quelli fuggirei, se ad essi non fossi sospinta. Oltre a ciò, egli non temeva la morte, e però sicuramente si metteva nelle sue forze, ma io la temo, e da doglia sforzata, alcuna volta non sen- za speranza di grave doglia corsi verso lei. Egli ancora della sua fatica e pericoli sperava etterna gloria e fama, ma io delle mie vituperio temo e infamia, se avvenisse che si scoprissero. Sì che già non avanzano le sue le mie, anzi sono dalle mie molto le sue avanzate; e in tanto più, in quanto di lui molto più che non fu se ne scrive, ma le
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Cytat |
Dobre pomysły nie mają przeszłości, mają tylko przyszłość. Robert Mallet De minimis - o najmniejszych rzeczach. Dobroć jest ważniejsza niż mądrość, a uznanie tej prawdy to pierwszy krok do mądrości. Theodore Isaac Rubin Dobro to tylko to, co szlachetne, zło to tylko to, co haniebne. Dla człowieka nie tylko świat otaczający jest zagadką; jest on nią sam dla siebie. I z obu tajemnic bardziej dręczącą wydaje się ta druga. Antoni Kępiński (1918-1972)
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